Trail 5 Colli – 45k 3700d+
Primo report dal nostro Beppe Serra … unico e irripetibile?
Type 1 ID
Beppe Serra, 55 anni, diabetico dal Dicembre 2005: prima LADA, poi tipo 1
Terapia insulinica dal 2011, con iniezioni quotidiane di:
Rapida: Humalog (6 unità x 3 volte al dì)
Lenta: Lantui (16 unità alla sera)
Ultima glicata: 7,5
Carbo count: no
Sport praticati: Corsa, Tennis, Spinning
Allenamenti corsa: in media 4 a settimana. Dal 2010, almeno 40 gare all’anno disputate (cross, trail, stradali brevi e medie, 3 maratone)
Racereport ….
Trail 5 Colli, Lillianes, Sabato 16 Luglio 2016 ( www.trail5colli.it )
La mia prima gara davvero lunga in montagna: 45 km e 3700 mt. D+ . Si parte da Lillianes, in bassa valle di Gressoney (AO), alle 6 del mattino. Quindi levataccia (sveglia alle 4, glicemia 176), colazione con pane, prosciutto e formaggio, the e una barretta, 6 unità di rapida e si parte in auto che è ancora buio.
A Lillianes siamo in pochi alla partenza: solo una settantina, ma già così trovare parcheggio nel minuscolo paesino non è facile.
Vista la splendida giornata, gli organizzatori annunciano che sono depennati dal materiale obbligatorio la maglia a maniche lunghe ed i pantaloni lunghi. Meno male, meno peso ed ingombro da portarsi appresso. Resta però l’obbligo della pila frontale, chissà perchè. Metto nello zainetto la penna con l’insulina rapida (mai fatto prima), ma non il misuratore glicemico. Un litro d’acqua nel camel bag, 3 barrette, un paio di gel. Poca roba, ma confido nei ristori allestiti lungo il percorso.
Ai piedi le ottime Asics Trabuco, per non affaticare oltremodo le gambe uso i bastoncini, che qui sono ammessi.
Alle 6 si parte: cominciamo a salire su una ripida strada asfaltata per circa 1 km, poi imbocchiamo una mulattiera in discesa che … ci riporta alla partenza. Attraversiamo il torrente Lys sul bel ponte romano di Lillianes, poi cominciano 7 km di dura salita su mulattiera che ci portano a La Sassaz e oltre. I migliori sono già avanti, ma per ora me la cavo bene, come mi accade spesso in salita. Nei pressi di Coumarial la pendenza si addolcisce, la mulattiera cede il passo a stradine sterrate e tratti d’asfalto: dopo tanto camminare, si torna a correre un pò.
A Serrafredda c’è il primo ristoro: una manciata d’uvetta, un bicchiere di birra (lo so, è mattino presto. E allora ?) e riparto per affrontare la durissima salita su sentiero che ci farà guadagnare il Colle Sella, il primo dei 5 in programma. I concorrenti sono ormai sgranati, procedo in totale solitudine. Dal colle si prosegue verso sud, lungo la cresta che fa da spartiacque tra il versante valdostano-torinese (a destra) e quello biellese (a sinistra), quest’ultimo oggi eccezionalmente terso e limpido. Una rarità.
Superato il rifugio Coda (uvetta, acqua, sali), comincia un tratto con passaggi esposti ma molto ben protetti da corde fisse, barre e gradini di ferro. Nessuna situazione di panico, però in questi 5 km di cresta la mia scarsa attitudine allo sky-race è venuta fuori, facendomi perdere un pò di posizioni.
Appena prima del Mombarone, dove termina il tratto di cresta, accuso la prima crisi di debolezza. Mangio un pezzo di barretta, poi al rifugio Mombarone bevo molto e sgranocchio qualcosa d’altro. Comincia la discesa in direzione Trovinasse, prima mazzata per ginocchia e caviglie. Proprio al fondo, pochi metri prima di svoltare verso nord e risalire, prendo una storta terribile; pensavo che la caviglia fosse andata, invece, miracolosamente, non mi ha dato problemi per il resto della gara. Poi è gonfiata un pò, ma niente di preoccupante.
La parte successiva del percorso, verso i colli Giassit e Liet era quella più carente come tracciatura (altrove essenziale ma efficace): mi trovo a ravanare qua è là con altri due/tre concorrenti in cerca della retta via. Sbagliamo in modo evidente in un’occasione: almeno 20 minuti buttati via.
Qui cambia il mio atteggiamento mentale: il mood competitivo lascia il posto ad un’attitudine più da gita domenicale (o quasi): mi rendo conto che la strada da fare è ancora molto lunga, quindi l’obiettivo diventa “arrivare in fondo, possibilmente intero”.
Superato il colle Liet, si punta alla Becca di Nona, su una cresta che alterna tratti ripidi ad altri corribili. In cima alla Becca troviamo un ristoro improvvisato, in cui accetto volentieri anche un bicchiere di vino. Siamo intorno all’una del pomeriggio: dal basso (molto in basso) ci raggiunge la voce dello speaker al traguardo che annuncia l’arrivo del 2° classificato. Beato lui.
La discesa dalla Becca la faccio con Milena, una concorrente di Biella; prima un tratto di sentiero tra i prati in cui l’erba secca appiattita si rivela insidiosissima per l’equilibrio (cado un paio di volte), poi mulattiera rocciosa nel bosco che sembra non finire mai. Le gambe si fanno molli, allora butto giù un gel.
Quando ormai vediamo l’autostrada TO-AO lì sotto molto vicina, sbuchiamo su una carrozzabile sterrata e poi asfalto. Appare il cartello di fine comune Pont St.Martin. Si torna su stradina sterrata all’ombra degli alberi (meno male, il sole adesso picchia duro), dove nonostante i km accumulati è quasi piacevole poter correre. Si arriva all’ultimo check-point, da cui parte una mulattiera che sale a La Sassaz, facendoci riguadagnare (ahimè) 400 mt circa di dislivello.
La affronto con Milena, che resta indietro quasi subito, ed un altro biellese che staccherò più avanti.
Quasi un’altra oretta di salita, poi, passato un ponticello in pietra, breve discesa su prato e, dulcis in fundo, ultima salita su scaletta in pietra che costeggia un ruscello. Poi finalmente il traguardo: dopo 9h38.25 chiudo al 29.mo posto, esattamente a metà classifica.
Tutto considerato, sto abbastanza bene. Al ristoro finale faccio il pieno di frutta, bevo acqua e sali e un paio di Menabrea.
Poi c’è il pranzo (o merenda, data l’ora) del podista (polenta e spezzatino), prima del quale mi faccio 8 unità di rapida. Così ad occhio, dato che non ho con me il misuratore, rimasto in auto alla partenza.
La giornata si chiude con un insolito trasbordo in navetta (leggi: nel cassone di un pickup) fino a Lillianes, dove ho lasciato l’auto.
A casa, alle 20, nonostante i bagordi a metà pomeriggio, glicemia a 71.