REPORT DMC TRAIL 3.4.5. Febbraio 2017
Cronaca di un camp laboratorio che è tutto un programma
Testo del #Presidentissimo
Secondo appuntamento “strutturato” di sperimentazione dal basso condivisa made in DNL, rigorosamente in ambito real-life, per cercare nuovi orizzonti e prospettive nella pratica sportiva di endurance con diabete di tipo 1.
Sempre con limitati mezzi, ma con tanta dedizione, voglia di fare e di mettersi in gioco. E un po’ di fondamentali alle spalle.
Dopo il triathlon dello scorso ottobre, con finalità più “osservazionali”, questa volta ci siamo posti obiettivi più precisi (e forse pretenziosi): portare un gruppo di 8 atleti con diabete di tipo 1 a massimizzare la performance (=esprimere il proprio potenziale al meglio) in ambito trail running di endurance, attraverso una strategia “aggressiva” di integrazione dei cho, fino al massimo tollerato individualmente e in linea con quanto suggerito dalla letteratura scientifica.
Per non far mancare gli stimoli ai partecipanti, abbiamo questa volta inserito il tutto all’interno di una manifestazione sportiva competitiva di trail running, la cui formula in circuito però ci consentiva di far passare tutti gli otto atleti otto sperimentatori ( e l’immancabile nono elemento, il controllo sano) presso la “base vita” allestita nel tendone DNL semiriscaldato dove stazionava lo staff medico e la strumentazione per le rilevazioni.
Staff medico segnato dai forfait dei docs senatori Vasta & Sudano, ma arricchito dalla new entry Elena Gamarra e dai confermati Monica Miccio, Laura Nollino e Andrea Benso, elevato quest’ultimo al ruolo di megadirettore “scientifico”. In più i tutors #ditipo1 Grippo & Brunelli si sono impegnati a fondo in tutte le fasi di loro competenza, garantendo la precisa misurazione del risultato e il rispetto del protocollo.
La selezione dei partecipanti è avvenuta a mezzo “convocazione” ovvero ricercando tra le “conoscenze” DNL atleti in grado di reggere la prova sia in termini atletici sia metabolici, ma anche e soprattutto mentalmente predisposti: insomma le motivazioni minime andavano dal “atleticamente farò quel che posso, comunque resto aperto a proposte sperimentali diverse dalle mie abituali” fino ai più arditi “conto di arrivare alla data della prova al top della forma e sperimentare ritmi e strategie per massimizzare la performance”.
Siamo riusciti a formare una squadra di atleti affidabili pur se in alcuni casi l’adattamento al trail non era ottimizzato.
A impreziosire il parco atleti, la presenza come “controllo sano” di Alex Baldaccini (nazionale della corsa in montagna prestato alla sperimentazione metabolica).
Come ad ogni camp DNL che si rispetti, quando c’è di mezzo la misurazione della performance, è necessario avere una profilazione piuttosto attendibile.
Per fare ciò abbiamo richiesto a tutti i presenti di compilare e inviare, all’atto dell’accettazione della convocazione, un questionario dettagliato sul proprio CV atletico, metabolico e nutrizionale, e così poter ritenere il “convocato” attendibile e affidabile approvando il suo “dossier”.
Si è provveduto nella prima giornata di questo camp a sottoporre ognuno ad un test di Vo2max per comprendere cilindrata del motore e zone di intensità cardio-ventilatorie e così poter essere certi del tipo di sforzo e di substrato utilizzato durante la prova di endurance.
Ovviamente i test non sono perfetti e necessiterebbero di ulteriori verifiche sul campo, ma ci siamo affidati al comprovato protocollo del laboratorio maratona della facoltà di Scienze motorie di Verona proprio per ottenere maggiori garanzie di aderenza dei risultati delle prove. In tal senso un ringraziamento al rettore della facoltà Federico Schena per l’apertura verso una iniziativa non istituzionale, non convenzionale e forse anche un po’ audace come la nostra.
Le prove si sono svolte il venerdì mattina e si sono prolungate fino al primo pomeriggio.
Tutti i partecipanti hanno superato brillantemente la prova con Vo2max dall’esito “eccellente” in un range 55-74 ml/min/kg. I test si sono svolti in fase post prandiale (dopo colazione) un po’ perchè obbligati dal programma, un po’ per attenuare le spinte iperglicemiche che i test incrementali come questo provocano negli atleti.
Di questo più volte abbiamo già argomentato e gli approfondimenti li trovate nelle docs review di questo avvenimento e in altri report DNL.
Pranzo al sacco carboconteggiato predisposto dalla nostra nutrizionista Monica con qualche panino di scorta per i più affamati. Solo così abbiamo potuto rispettare i tempi, raggiungere successivamente l’alloggio turistico Bikapi sul Lago di Garda e iniziare le necessarie session teoriche del pomeriggio con l’obiettivo di spiegare il complesso e articolato protocollo sperimentale della tre giorni DMC Trail:
– Illustrare i presupposti scientifici e fisiologici della sperimentazione
– Perferzionare l’anamnesi dei singoli partecipanti
– Predisporre il materiale, la selezione degli integratori, assegnare i compiti allo staff e verificare il funzionamento di tutta la strumentazione in dotazione.
– Installare i sensori FCM Freestyle Libre a chi non ne era in possesso
– comunicare le richieste terapeutiche “comuni per tutti” ovvero mantenre la basale invariata e cercare di presentarsi con glicemie decenti al risveglio e nel pregara (leggi stabili).
Tutti i partecipanti si sono adoperati nel mantenere alto il livello di attenzione, nel fissare bene in mente le cose da fare e nel porre domande e richieste di chiarimenti.
Dopo cena, un minibriefing per rifissare gli orari e la scaletta del sabato, con le ultime raccomandazioni del caso.
Per gli atleti il coprifuoco è arrivato tra le 23 e la mezzanotte, mentre per lo staff il lavoro di sintesi e verifica è proseguito fino a notte inoltrata. Cosa non si fa per DNL!
Sabato 4 febbraio
La prova di endurance parte alle h 11.00. Pacco gara, chip e pettorali già ritirati in anticipo onde evitare perdite di tempo al già densissimo programma.
Gli atleti-sperimentatori parteciperanno alla prova dei Team Duo con il compito di correre ciascuno per una forbice di tempo compresa tra i 150 e i 195 minuti a testa, prima di darsi il cambio. Il circuito, interamente sterrato, misura 6,5 km per 300 metri di dislivello.
I Team DNL: Baldaccini-Campregher, Pesenti-Bellon, Dal Pero-Sciortino, Guerra-Nodale. Normann … corre da solo, visto il forfait di Gianluca e la non disponibilità delle due riserve.
Di prima mattina il trio Presidentissimo-Grip-Michela si muove alla volta delle mura del forte Degenfeld per allestire la postazione DNL con tutto il necessario: sedie, tavoli, strumentazione, modulistica, integratori oltre al fondamentale fungo a gas per riscaldare l’ambiente.
Per tutti gli atleti è obbligatorio fare uso degli stessi integratori, selezionati da DNL (solidi, liquidi, gel) oltre a beveroni d’attesa e di recupero da assumere secondo le indicazioni ricevute e in base alle esigenze dell’atleta.
Pioggia e fango, terreno infame, si scivola ovunque.
Sveglia, colazione carboconteggiata, glicemie capillari e da sensore, preparare il borsone, preforatura del lobo per il lattato, beverone d’attesa, glicemie nel durante, riscaldamento, accendere il garmin, montare e accoppiare la fascia cardio, briefing, cortisolo salivare, glicemie nel pre, inserimento in griglia, partenza. Strisciare il sensore, correre, restare in piedi, performare rispettando i parametri, entrare nel tendone, comunciare tempo sul giro e frequenze cardiache, farsi spillare il lattato, glicemia capillare, sensazioni, livello di fatica su scala di Borg da 1 a 10, quanto, come e quando integrare, lap, e fuori di nuovo. Ripetere per più volte fino a esaurimento del tempo a disposizione.
E finita la prova, ricordarsi di prendere il beverone di recupero, fare il cortisolo, poi andare a mangiare, bolarsi correttamente, e poi rifare il cortisolo. E tenere tutto annotato. Sempre sul pezzo!
Non sono concesse distrazioni. Tutors e staff veri e propri cani da guardia per evitare dimenticanze.
H 17.30, big bang ha detto stop. La corsa è finita per tutti, primi e secondi frazionisti.
Alla spicciolata si fa rientro sulle sponde del lago di Garda.
Una doccia calda e un po’ di relax prima della cena.
Poi a letto presto, perchè domenica … si corre, poco, ma si corre.
Alla faccia delle raccomandazioni, vietato diminuire l’insulina basale … e vediamo cosa succede.
Domenica 5 febbraio
Sveglia comoda ma non troppo. Briefing e anamnesi metabolica al risveglio per spiegare svolgimento del workout e valutare i profili degli atleti. Tutti abili e arruolati.
8.30 a.m. Trasferimento in passeggiata sul lungo lago deserto. Cielo nuvoloso, ma niente pioggia.
Base il bar ristorante Casa Lady.
Allenamento lipidico in zona 1 (la più lenta per intenderci) guidati dalle frequenze cardiache.
Ognuno al suo ritmo per una durata complessiva di 50’. Partendo a digiuno con la glicemia del risveglio senza correzioni di insulina o cho a meno di situazioni borderline. A fine seduta, misurazione del lattato per verificare l’effettiva blanda andantura richiesta dal tipo di allenamento.
Possibilità di unirsi agli sperimentatori concessa anche a docs e tutor runners, inclusi la nostra Laura arrivata solo la sera del sabato.
A parte Daniel che ha dovuto interrompere anticipatamente per un risentimento al ginocchio, tutti gli altri hanno portato a termine la prova, resa un po’ più impegnativa dal ridotto tempo di recupero rispetto alla gara (18-20 ore). E comunque cinquanta minuti di corsa sono sempre cinquanta minuti.
Le sensazioni e i ritmi non sembrano averne risentito, le risposte glicemiche invece sono state un po’ meno piatte rispetto ad allenamenti lipidici svolti in condizioni di miglior recupero e minor stanchezza. Sono cose fisiologiche, ma che nel caso dell’atleta di tipo 1 non sono così scontate, e forzarci a questo workout aveva finalità “osservative” e “costruttive”, ovvero consapevolizzare ancor più l’atleta con diabete sull’importanza di conoscere le intensità, le necessità di recupero e le relative risposte glicometaboliche, e adeguarsi.
Nessuno ha avuto necessità di integrare nel durante anche se i profili glicemici a fine attività erano borderline in un paio di casi.
Tutti gli atleti avevano in tasca comunque una sufficiente dose di zuccheri per riparare a eventuali ipoglicemie.
A seguire doccia, colazione e session teoriche, anche se l’enorme mole di dati raccolti richiede più tempo di decantazione, e un po’ di fisiologica e comprensibile stanchezza colpisce relatori e uditori.
Pragmaticamente ci siamo dedicati più alla raccolta dati e all’operatività e meno all’analisi-valutazione, limitata a considerazioni riassuntive e a caldo, con la promessa, o meglio, con il giuramento di provvedere a una approfondita resocontazione critica nelle settimane successive all’evento.
Finalmente alle 14 si pranza! Valigie pronte. Qualcuno ci lascia in anticipo. Ma la convivialità, pur se auspicata e benvenuta, era l’ultima delle cose per cui eravamo qui.
Tutti a casa, forse con fin troppi dati e spunti su cui ragionare.
Soddisfatti per una esperienza intensa e …. ripetibile?
Vedremo, DNL a fine 2017 chiude i battenti, “istituzionalmente” parlando, ma abbiamo ancora idee ed esperimenti da proporre. Sì, da proporre, perchè a questo punto è necessario trovare qualche sponda su cui far approdare le nostre intuizioni.
Agire come movimento d’opinione o di associazione poco cambia … la sperimentazione dal basso non è questione di forma giuridica!