Sicilia Bike Tour 2017

Marco & Francesca _ agosto 2017

Marco e Francesca hanno una stagione poco ricca di impegni sportivi e così decidono di intraprendere un viaggio con la loro bicicletta: percorreranno tutto il periplo della Sicilia, l’isola più grande del mediterraneo. Un biketour di 1100km da fare in un tempo di,  si spera, 11gg…….

Alla fine eccoci qui noi finalisti a raccontare questa fantastica avventura conclusa con successo su tutti i fronti: umano, sportivo e pure glicemico (per dirla tutta).
Il viaggio è organizzato alla bellemeglio, parecchie info logistiche raccolte da cicloturisti esperti, paraculaggini varie sulle quali contare e booking per trovare un posto per dormire di volta in volta.
Equipaggiamento: mtb con ruote slik, 3 paia di Ortlieb e tanta voglia di pedalare sotto il solleone di ferragosto. Partiamo domenica 13agosto da ortoliuzzo 20km a nord ovest di Messina. Il primo giorno è importante cominciare piano, xk chi va piano va sano e lontano. Neanche a dirlo:  prima tappa solo 120km, attraversando gli incendi nel messinese, intrufolandoci nel traffico terribile del capoluogo, sorridendo dei complimenti dei ciclisti siciliani che incontriamo, forando due volte, tuffandoci nelle acque VIPpissime a giardini naxos e giungendo infine a Capo Mulini.

Il secondo giorno sono dolori: dopo il veloce passaggio a Acitrezza e Acireale narrate dal Verga, e da Catania, dominata dal gigante Etna ci aspettano km e km lungo strade tangenziali e interne. Un gioia arrivare a Siracusa, che con il suo fascino barocco, i monumenti eterni, il brulicare di gente e le luci del tramonto ci conquista e ci ripaga dalle fatiche di 80km di nero asfalto.

Terza tappa invece più easy e più appagante. Lungo la strada ci facciamo diversi bagni nei lidi più belli e affollati di Siracusa e sotto il caldo mortale delle 13 arriviamo alla bellissima Noto, inimitabile perla barocca patrimonio Unesco difficile non amarla a primo acchito. Ci dirigiamo poi verso la punta più a sud d’Italia, Capo Passero, dove per poco non rischiamo di dormire in spiaggia per il sovraffollamento negli hotel. Qui tonno e spada sono cucinati con maestria e noi ci rifocilliamo volentieri dopo 125km di pedalate.

Il quarto giorno è un trasferimento con tappe poco paesaggistiche, lunghe salite rese roventi dagli incendi che incontriamo sul tragitto; è qui che quasi per sbaglio ci colleghiamo alla ciclovia europea SIBIT che tracciandoci il percorso, ci rende più facile l’arrivo a Scoglitti, un paesetto che ci ha regalato uno dei tramonti più belli del viaggio.

Il giorno cinque inizia con l’incontro di Mike, un cicloturista tedesco che ci accompagna per un tratto in quella che è stata la tappa più bruttina.. la traversata dei paesi di Gela, Licata, Palma di Montechiaro, fino ad Agrigento. I km scorrono veloci seguendo la ciclovia; notiamo che questi luoghi mantengono immutata la loro eredità mafiosa e ad una una certa, riusciamo a respirare anche noi un clima teso, quasi minaccioso, e di pericolo. Quindi testa bassa e pedalare fino ai piedi della Valle dei Templi, altra tappa da una novantina di km. Siamo qui arrivati alla soglia dei 580km percorsi, ormai è il giro di boa e per entrambi si è innescato quel meccanismo perverso che ti fa alzare alla mattina scalpitando per l’attesa di riprendere il cammino. Il sistema è collaudato, partiamo presto al mattino, sosta in spiaggia nelle ore più calde, ultimi km prima del tramonto e arrivo alla meta successiva. Dico la verità, solo dopo il passaggio ad Agrigento ho iniziato a credere che ce l’avrei fatta davvero, per Marco non c’erano dubbi fin dall’inizio.
La stanchezza comunque si fa sentire e il sesto giorno decidiamo di partire più tardi per dedicare la mattinata alla visita della valle dei templi, mentre alla sera ci concediamo una serata mondana e abbastanza alcolica nella magnifica città di Sciacca, dove brindiamo al superamento dei 650km.

Carichi di nuove energie ci dirigiamo alla volta di Marsala a casa del nostro amico nonché storico membro Dnl Pipitone che ci accoglie come fossimo imperatori, facendoci anche trovare degli irresistibili cannoli da metro, manco dovessimo tentare il suicidio, noi poveri diabetici. Un peccato andarsene da quella dimora tanto ospitale e accogliente e congedarsi daLla compagnia di Pippo e dalla carinissima moglie, ma Trapani ci attende.

Lì arriviamo infatti in serata e su consiglio di amici facciamo una scappatella con la funicolare fino ad Erice, borghetto magnifico dal quale si gode di una vista strepitosa sul golfo di trapani. L’indomani ci svegliamo sapendo già che dovremmo affrontare un percorso piuttosto cattivo per arrivare a San Vito lo capo: quanto avevo sognato di arrivare in quella penisola rocciosa, con il mare cristallino, il fondale ricco di pesci, il paesaggio selvatico tutto da esplorare!
E finalmente ci siamo, trascorriamo qui gran parte della giornata, forse questo sarà il posto più bello della Sicilia pensiamo entrambi. Nel pomeriggio di nuovo in sella, vogliamo arrivare alle porte di Cefalù ma non tutte ci vanno dritte e così siamo costretti a fare tappa a Trappeto un paese dimenticato da dio, dove troviamo il riposo che meritiamo. Il nono giorno iniziamo a sgambettare veloci per recuperare lo svantaggio sulla tabella di marcia contando che ci aspetta anche una sosta immancabile nella splendida Palermo. Quindi percorriamo con buona media tutta la strada sul litorale che ci conduce fino al capoluogo offrendoci meravigliosi scorci di spiagge a picco sul mare, piccole baie poco frequentate e mare dalle incantevoli tonalità di azzurro. Palermo ci accoglie col suo traffico e brulicare di gente, un tesoro architettonico da visitare e il rinomato pane con la milza assolutamente da assaggiare.

La bellezza della città meriterebbe una sosta di almeno un paio di giorni ma noi dobbiamo scappare. Solo così facendo riusciamo ad arrivare in tempo per vedere lo spettacolo del sole che si tuffa nel mare di Cefalù. Noi due in acqua, il tramonto, il mare agitato, la città illuminata dagli ultimi raggi del sole, una atmosfera magica. Il penultimo giorno scorre tranquillo e piacevole sempre lungo la strada litoranea per altri 80km tra spiagge, toast costosissimi, spruzzate di acqua e bagni miracolosi fino all’arrivo a Capo d’orlando. Mamma butta la pasta che arriviamo.

Giorno 11 di 11. km 1000 di 1083. Le ultime pedalate avrebbero dovuto essere le più agili e invece da capo d’orlando passando per Milazzo fino ad ortoliuzzo si alternano salite a salitine a salitone a lunghi rettilinei infiniti. Ma niente, nulla riesce ormai a separarci dalla meta. Dovrebbero spararci per fermarci, la gioia comincia a impossessarsi di noi e va a concentrarsi sulle gambe dandogli ancora più potenza e quindi via forte verso il km 1083. Parte il conto alla rovescia e insieme a lui anche una sfliza di pensieri, mettiamo insieme le emozioni, riviviamo i momenti felici,  ritorniamo col pensiero nei luoghi più belli di questo viaggio. È con questa tempesta emotiva che senza accorgersene siamo li a meno un km, meno 500mt, meno zero. Siamo arrivati. Stop al cronometro e spazio alla gioia più grande che si esprime in un reciproco abbraccio e una lacrima di felicità per questa avventura, viaggio, vacanza, figata, chiamala come vuoi, vissuta e conclusa alla grande. Andrea dacci due prosecchi che dobbiamo brindare! Togliamo le borse e giù dritti al mare ancora con le nostre bici, fedeli compagne. Ci tuffiamo con i vestiti addosso, e intanto il sole alle nostre spalle pian piano va giù. In quel momento, con quel tramonto, dentro in quel mare calmo, lì abbiamo riversato tutta la nostra soddisfazione e felicità per avercela fatta ed è proprio lì che resterà uno dei nostri ricordi più belli di questo bike tour.

METABOLICAMENTE
Non abbiamo tenuto diari sui quali scrivere e quantificare tutti i nostri alimenti ma le glicemie e le quantità di insulina si.
Ogni giorno facevamo dove possibile abbondanti colazioni composte da thè, biscotti o torte o cornetti e frutta. Nelle borse avevamo un ventina di gel/ barrette che abbiamo usato solo in caso di accenni di ipo, gli spuntini sono stati per lo più a base di frutta,granite, cannoli e varie prelibatezze locali. Il pranzo sempre con carboidrati, proteine e frutta o verdura, a volte seduti al ristorante a volte panini. La cena è stata sempre stata a base di pesce solitamente composta da primo o secondo, dolce e bottiglietta di vino.

    

Metabolicamente Marco:
Nel complesso la quantità di cibo che ho consumato è rimasta più o meno quella abituale visto che comunque sono abituato a fare allenamento lunghi più volte alla settimana; Sicuramente più ricca in grassi e zuccheri del solito. Complessivamente ho mantenuto lo stesso rapporto insulina/Cho per la rapida ma ho abbassato la basale del 30% . l’unico effetto è stato quello di farmi aumentare le glicemie sopra 300 3/4 giorni dopo la conclusione. Devo dire che mi ritengo molto soddisfatto di come abbiamo gestito le nostre risorse metaboliche, senza nessun particolare sbalzo della glicemia se non estemporaneo e subito gestito. Nel nostro viaggio il diabete ha inciso per il 5% sulle nostre azioni, un 2% sui nostri discorsi e 0% sulla buona riuscita della performance se così possiamo definirla. Il valore glicemico prettamente numerico non è mai stato determinante nella decisione dei km da percorrere o nel pasto da consumare. Condividiamo entrambi la stessa visione del diabete, un compagno di viaggio da portare a spasso in questo caso sopra la bici, forse è anche per questo che andiamo così d’accordo.

Metabolicamente Franci:
Nella mia sregolatezza ho cercato di mantenere un conto abbastanza spartano calcolando circa 120gr chi colazione circa 150gr a pranzo e sera. A bisogno e senza bolo Spuntini a base di frutta (30-40cho).

Soddisfatta per la gestione metabolica da 1 a 5 direi 3. Tre perché:
-glicemie al risveglio sopra 200. Solitamente al mattino ho molta più insulinoresistenza ma non riscontro valori così elevati; a fregarmi la cena tardi e con carboidrati (abitudine che non ho mai avuto);
-perché ho un rifiuto mentale per la basale del mattino, spesso non l’ho fatta. risultato: glicemie negli standard durante il giorno mentre facevo attività, poi però nelle 12h ore inevitabilmente mi ritrovavo alta con valori attorno ai 180 anche post af;
-Perchè quando ho deciso di impegnarmi e basalizzarmi regolarmente ho avuto delle ipo frequenti, soprattutto gli ultimi 3gg. Forse adattamento del corpo al nuovo ritmo di vita?! Dovevo ricalibrare meglio;
-Perché non abbiamo mai rinunciato a vino, dolci, prelibatezze e cannoli a volontà. Forse qualcosa si poteva evitare, ma che vacanza è?! E poi in Sicilia poi come si fa a nun mangia’??

Ultima nota:  come Marco, nei giorni successivi ho avuto un inspiegabile aumento generale dei valori che si aggiravano attorno al 220 per tutta la giornata, indipendentemente dal bolo che facessi e da cosa e quanto mangiassi. Ho risolto aumentando di 2u per iniezione sia di rapida che di basale. Mi sarei aspettata piuttosto una tendenza alla diminuzione dei valori come conseguenza dell’aumento del metabolismo. A voi l’ardua sentenza.

ATLETICAMENTE
Partiti in buona forma fisica, Marco con diversi km nelle gambe fatti in bici e Francesca un po’ meno.
Decidiamo di tenere come obbiettivo del giorno 100 km che potranno variare in più o in meno a seconda di esigenze logistiche e di condizione fisica e cercare di chiudere il giro in 11/12 gg. A parte le prime 2 giornate di “rodaggio” nelle quali si sistemano al meglio selle, manubri,valutazioni condizioni delle strade e del traffico,bagagli,ecc.
Tutte le altre sono filate via sempre meglio con Francesca che ogni giorno migliorava sopratutto nella consapevolezza di farcela. Partiamo sempre attorno alle 8.30 poi ogni giorno decidiamo quanto e dove fermarci. L’idea e quella di non pedalare nelle ore più calde ma quando la gamba c’è vai anche sotto il sole. Solo 2/3 volte siamo arrivati attorno alle 20 a destinazione. Il percorso si è sviluppato su 1083 km  prevalentemente su asfalto, qualche km di sterrato,siamo passati addirittura in spiaggia una volta. I km di dislivello totali sono 8800 e si sono sviluppati per lo più nei saliscendi delle provinciali e statali, salite veramente impegnative 2 o 3. Il vento praticamente sempre a favore ci ha permesso di tenere buoni ritmi in piano in tutto il giro. Velocità  media finale 20km/h che era anche quello che abbiamo previsto considerato il peso delle bici e la finalità della Vacanza. Non ci siamo persi nulla di ció che ci circondava.

  • Consigli finali per un ‘normo-cicloturista’ che voglia fare questo biketour:

A)allenati ma non preoccuparti, l’allenamento si fa durante il viaggio pedalando;

B)preparati una traccia ma perditi ogni tanto, buttati a caso in un vicolo e troverai qualcosa che ti stupirà;

C)puoi fare tutto e ottenere tutto se paghi (in contanti mi raccomando!). I siciliani sono molto accoglienti e si prodigano per aiutarti, capiterà anche che vorranno ospitarti in casa loro.

D)alzati al mattino presto e cerca di fare più strada possibile con il fresco;

E)controlla la direzione del vento e l’altimetria della tappa;

F)trovati un compagno pazzo come te, sorridi e non preoccuparti, ce la farai!

Se PER CASO il tuo compagno è pure diabetico allora:

-controllalo spesso, ma non si farà cogliere da ipoglicemie perché avrà tutto l’occorrente;

-trova un contenitore termico per le insuline che non devono stare sotto il sole, o rischierà che la sua dose diventi light (questo è sperimentato sulla nostra pelle)

-non negargli mai una porzione di pasta al forno o un cannolo, non te lo perdonerà;

-ritorna al punto F)..e via!

Pedalare gente, pedalare!