PINK TRIATHLON DNL - Olimpico Bardolino + Garmin Trio Sirmione

Olimpico Bardolino

Schermata 2016-06-29 alle 12.06.47Race Report by Francesca Zini [#ditipo 1 – Vicenza]

Aspetto il 18 giugno da 5 mesi, letteralmente volati tra alti e bassi, allenamenti strong e acciacchi vari. 3 gara di triathlon della stagione dopo uno sprint di Rimini e un super sprint di Schio, gara di cui non vi ho parlato ma in cui sono riuscita a piazzarmi sul podio. Arrivo a questo olimpico strapreparata secondo alcuni (soprattutto secondo uno!), mentre per me non lo sono mai abbastanza. Ho un ottimo allenamento nel nuoto e nella bici, mentre nelle ultime settimane ho avuto un rifiuto profondo per la corsa, anche se nonostante questo sono riuscita a fare due bei allenamenti combinati a ridosso della gara. Ormai quel che fatto è fatto.
Ci siamo sono le 7.30 del giorno ICS e questo mattino ha l’oro in bocca: sole, temperatura mite, gradevole brezza, lago calmo e glicemia nei range sono i segnali che mi infondono un buona dose di tranquillità e positività. Colazione, preparativi e alle undici sono già in zona cambio a depositare la mia bici nel supermegafigo (solo in apparenza) soppalco rialzato. Incontro i compagni di squadra e il nostro Marelliman, segue briefing con la Coach Dogana ed è già l’ora di mettere la muta. Fatto tesoro dell’esperienza di Rimini dove lo shock termico dell’immersione mi aveva paralizzata per i primi 200mt decido di tuffarmi in acqua per ambientarmi e arrivo nella swim area pochi secondi prima della chiusura dei cancelletti. Neanche il tempo di agitarmi cavolo, un bene! Siamo moltissime donne e partiamo in due batterie soltanto. Il percorso a ferro di cavallo è ben delimitato da boe con segnalazione della distanza, le seguirò il più possibile per tenere la linea e risparmiare energie utili. Donne in acqua, sparo e via nella mischia. Sembra una lotta tra corpi, volano pedate e pugni, chi colpisce pareggia il conto a sua volta e io alla terza respirazione ho già l’occhiale spostato e pieno d’acqua. Anche se alzo la testa non riesco a vedere la boa quindi testa sotto e vado avanti come un treno, cerco il filo sott’acqua, lo tengo con lo sguardo e cerco il mio ritmo. Acquisto sicurezza, confortata da quella linea in profondità che continuo a seguire; progredisco e via via mi rilasso. Riesco a concentrarmi sul movimento e persino a sorridere quando sento che l’elicottero sopra ci sta riprendendo…cerca di nuotare bene Fra che poi ti vedono tutti! Velocemente arrivo al giro di boa e altrettanto in fretta raggiungo la boa dei 1200mt. E’ ora di spingere dico, ma in quel momento vengo raggiunta dai primi maschi che dalla foga oltre a farmi perdere l’orientamento mi mollano anche qualche scazzottata. Poco male perché in poche bracciate sono fuori dall’acqua, recupero la bici ‘al piano di sopra’ e a questo T1 perdo minuti preziosi nella discesa dalla rampa: erba sintetica e tacchette ai piedi, mi sembrava di scendere sul ghiaccio. Dopo 35’ dal via sono in sella, il percorso bici lo conosco e affronto la prima salitina a passo agile come previsto, raggiungo alcune ragazze e cerco di stare in scia. Niente da fare non riesco a trovare il passo le supero e decido di impostare un mio ritmo anche se so che non potrò continuare così per tutti i 40km. Nel frattempo il percorso si affolla sempre di più di ciclisti infogati dalla competizione e avverto un primo segnale di pericolo. Proprio in quel momento all’altezza del primo cancelletto a circa 10km dal via vengo raggiunta da un gruppo, il tizio in testa mi ‘ciuccia ruota’ fino all’ultimo millesimo di secondo prima di sorpassarmi. Calcola male le distanze, mi tocca, finisco a terra e sopra di me altri due del gruppo incapaci di schivarmi.
Accade tutto in un lampo: io a terra, la bici danneggiata, la gara sembra finita. Negli attimi che seguono non riesco a proferire parola, fortunatamente mi alzo e analizzo la situazione: niente fratture, solo brandelli di pelle e sangue, i freni della bici rivolti verso l’interno e ruota che girando tocca con i raggi sul cambio. Mentre penso al peggio, l’investitore è ritornato indietro e senza nemmeno scendere dalla bici fa un giro attorno a me dicendo che gli spiace ma che andava molto forte perché spinto dal gruppo…sono indecisa se picchiarlo, ma tanto questo se ne va senza tanto scusarsi. Il ragazzo coinvolto è dolorante e decide di ritirarsi, mi propone di incamminarci insieme sulla via del ritorno e rintracciare un’auto di soccorso. Che fare? Si, ha ragione è la soluzione più saggia, ma la bici non va avanti per l’attrito i ruota e cambio sulle altre parti. Così chiedo al malcapitato di provare almeno a rimetterla un po in sesto e miracolo, non so come, ma ce la fa. Mi assicuro che cambio e freni funzionino grossomodo, -‘mal che vada usi il freno davanti’- mi dice questo saggio, così in un momento di pazzia decido di rigirare la bici e proseguire la mia corsa. I primi km sono duri, non trovo nessuno a cui attaccarmi, le ferite bruciano e le gambe sono dure. Colpa della glicemia? Estraggo il lettore e lo passo sul braccio: solo in quel momento mi accorgo che al posto del cerotto e sensore c’è solo il braccio insanguinato e pezzi di asfalto. Merda, si è strappato. Non importa, rimango concertata mentre via via vengo superata da tutti i compagni di squadra che sbigottiti mi esortano a non mollare. Sopraggiunge anche Marco che dopo la sua immancabile battutina d’obbligo si accorge delle ferite e decide di starmi vicino per il resto della frazione. Dio lo benedica. Vicino a lui prendo coraggio e lo esorto a tirare più forte. Mentre pedaliamo Marco mi passa il glucometro per una verifica veloce: il 368 che leggo mi costringe a farmi 2u per minimo sindacale. Proseguiamo io e lui insieme tenendo un’ottima media fino all’ultima discesa che ci riporta verso il centro e verso la zona cambio, dove arrivo dopo 1h e 29’ di sofferenza. Ma non ci penso neanche a ritirarmi, giù la bici su le scarpe e via a correre sul lungo lago tre le urla di incitamento della mia coach che mi danno la carica giusta per non mollare di un centimetro anche se le ferite pulsano moltissimo. Se ne vanno i primi 3km allietati dalla compagnia di Marco che mi ha raggiunta e mi fa da lepre imponendo un ritmo di 5’30’’/km che riesco a tenere comodamente. Altrettanto facilmente affronto in lieve progressione anche gli altri 4km e quando passo in mezzo al tifo della folla in centro noto gli sguardi quasi schifati della gente nel vedere le mie ferite insanguinate, fanno piuttosto Ironwoman 🙂

Prendo coscienza che ce la farò Schermata 2016-06-29 alle 12.04.53sicuramente e quindi negli ultimi 2 km spingo un po, compaiono i primi crampi ma non gli do retta, il traguardo è li dopo l’angolo. Una passerella, poi un’altra, ultimi passi sul tappeto verde e sono li alla finishline dopo 3h02’ dallo sparo d’inizio. Ce l’ho fatta, che soddisfazione! Che dire: fortuna, tenacia e determinazione mi hanno permesso di portare a termine questa gara dalla quale ho appreso che è proprio vero, i limiti a ciò che posso fare esistono solamente nella misura in cui li creo nella mia testa. La preparazione mentale che ho curato durante i mesi di allenamento è stata determinante perché mi ha permesso di comprendere, gestire e accettare anche l’unico imprevisto che non avevo contemplato, l’incidente. Peccato per i grandi assenti che si son persi un gran spettacolo, vorrei aver gioito con loro sotto il traguardo e invece un enorme grazie va a chi c’era, ai miei angeli custodi (di cui uno pelato.-)), a Martina Dogana e a quelli che nei giorni dopo la gara hanno dimostrato con piccoli gesti stima e affetto. E’ ora di leccarsi le ferite…e pensare al prossimo olimpico..perchè qui #nonsimollaunca**o!

Metabolicamente: Se notate bene nel racconto non parlo quasi mai di glicemia perché ho condotto questa gara avendo altro a cui pensare. Una vera somara metabolica come mi hanno definita e un inizio col botto, sia a terra che come picco glicemico.
Andando nel dettaglio gli unici dati che ho ve li riporto per dovere di cronaca.
Ore 7.30: risveglio 214. colazione normale con 47gr di CHO. 6u humalog dose normale.
La gara inizia alle 12.30, solitamente dopo 2h dal pasto ho il picco a 200, inutile provocare un ulteriore aumento mangiando più del solito, integrerò in gara evtl.
Ore 9.30: 10u levemir (invariata)
Ore 10.40: 141 tendenza stabile. Integro per fame con una mela (20gr cho) e della frutta secca tappabuco
Ore 12.15: 214 stabile in zona cambio prima del swim
Ore 13.00: 179 in aumento uscita da T1
Ore 13.20: incidente perdo il sensore, non ho mezzi per misurare ma come dicevo, ho altri problemi da risolvere in questo momento.
Ore 14.15: 368 al 30km bike. Glicemia fuori dai range dallo spavento?! 2u di correzione, non integro ancora, aspetto che la glicemia scenda un po.
Ore 15: al 4km di corsa integro con un gel 20cho, per affrontare i km mancanti, (tanto lo fa anche Agnoli).
Ore 15.30: arrivo con 274… e tanta voglia di una birra! Nella serata e nella notte glicemia sui 170 stabili.
Nota di precisazione per completezza. Nei giorni che precedono la gara ho montato il sensore, e ho notato che c’è perfetta congruenza tra il misuratore di glicemia e il sensore durante lo svolgimento delle attività quotidiane; invece differenza di ca. 30punti per misurazioni effettuate con attività in corso di svolgimento (sensore ha il dato più alto).
Conclusioni: gara all’insegna dell’instabilità emotiva e quindi anche glicemica, senza particolari sforzi soprasoglia che giustificherebbero le iperglicemie. Integrazione insufficiente per timore di aumentare la glicemia.
Per le volte successive, in situazioni analoghe, devo garantirmi una insulinizzazione maggiore (per contrastare le iperglicemie) e integrare/mangiare di più, possibilmente mantenendo un profilo glicemico per lo meno decente. Nella peggiore delle ipotesi so’ di avere insulina a bordo e mangio a prescindere. Il sistema funziona se c’è insulina!
Nonostante il valore momentaneo che sfiora il 400 le gambe non risentono della iperglicemia e tutto sommato se non fosse per le escoriazioni direi che sono state quelle di sempre.

Arriverà forse il grande giorno in cui vi racconterò di una gara senza intoppi e in normoglicemia? Potrebbe essere il mio next step che ne dite?! A presto amici, un salutone a tutti!