IRONMAN LANZAROTE

Marco Marelli Race Report • 26 maggio 2018

Marco Marelli FINISHER all’Ironman Lanzarote … El mas duro!
26 maggio 2018
Terzo Ironman in tre anni per il nostro Marelliman … sarà l’ultimo?

RACE REPORT BY MARCO MARELLI > … Marelli non ripete, TRIPLICA!
[ndr (pochi o Marelli mi mena) by Presidentissimo DNL …]

Mallorca doveva essere l’ultimo e invece ancora una volta mi sono fatto sedurre dal fascino targato Ironman. Dicono k [questo scrive come i ragazzini, ndr] non c’è due senza tre e dicono anche che nella vita come nello sport bisogna sempre cercare di progredire : seguendo questo ragionamento dopo Kalmar, Mallorca avrei dovuto iscrivermi come minimo a Lanzarote e quindi, l’ho fatto.
L’idea malsana viene una sera vicino Natale, in un bar di Verona davanti a un buon prosecco (o forse più prosecchi) e sbam dopo due secondi ho già un volo Ryan prenotato per maggio [secondo noi il volo però te lo ha prenotato qualcuno, perchè Marelli non ha pazienza con le app, ndr]
Maggio, caxxo!


Contando le feste di Natale meno di 5 mesi per arrivare preparato quel tanto k [e ridaglie … ndr] basta da non soffrire come un cane. Perché di questo si tratta. Lanzarote è a detta di tutti l’Ironman principe il più duro per l’enorme dislivello in bici (2500d+) e in maratona (332d+) al quale si aggiunge un vento costante proveniente da tutte le direzioni.
La sfida è grande ma la soddisfazione di tagliare la finish line lo sarà ancor di più.
Dopo i bagordi di Natale dove faccio poco e niente, in gennaio guarda caso per la prima volta nella vita febbre e influenza mi mettono 20 giorni KO, posticipando l’inizio della mia preparazione a fine del mese.
Per le tracce di allenamento mi segue l’amico e forte triatleta professionista Jonathan Ciavattella e con lui decidiamo di dare priorità ad allenamenti di qualità e forza, avendo poco tempo per allenarmi e troppo impegni di lavoro.
Circa 10 km settimanali di nuoto, 30/40 km di corsa e 2 uscite settimanali in bici (quando il maltempo lo permette) un’ora di circuit training in palestra per un totale di 8/9 allenamenti settimanali.
Nel nuoto eseguo dei lavori che tendono ad aumentare la forza nella parte superiore alternati a quelli di fondo nuotando circa un’ora e un quarto/mezza.
Nella corsa solo la domenica i lunghi lenti che aumentano di chilometraggio settimana dopo settimana fino al max di 30 km sempre a ritmi blandi, poi un fartlek ed un progressivo.
Nella bici partiamo da 150 km settimanali per arrivare ai 300 delle ultime.
Man mano si sommano anche anche 3/4 combinati.
Durante la preparazione non partecipo a gare podistiche, ma solo ad una granfondo abbastanza impegnativa sulle strade di casa.
Durante l’Ironnman saremo solo io e la mia bici, quindi mi preparo anche mentalmente facendomi lunghe uscite spesso solo con la crono in modalità Lanzarote: tanto dislivello e ore di vento in faccia sul litorale di casa.
Nell’ultimo allenamento di corsa 15 giorni prima della gara a causa di un plantare messo male mi si forma una vescica sotto il tallone sx perció basta correre e riposo obbligato. L’inconveniente mi preoccupa inizialmente, ma poi capisco che per il giorno della gara tutto dovrebbe tornare a posto [oh, il Marelli mi ha telefonato, stava incazzato nero, però alla fine Keep calm and Forza Marelli … ndr]
Ho cambiato pochi mesi prima la basale passando da Levemir a Tresiba (degludec) e questa scelta mi ha migliorato nella gestione delle glicemie, facendomi stare bene anche sotto questo aspetto [glicata accettabile con un 7.8, ndr] 
Nei giorni che precedono la partenza cerco di mangiare abbastanza correttamente prediligendo carboidrati nella colazione ed il pranzo poi la sera proteine alternando quasi tutti i giorni carne e pesce con tanta verdura e frutta.
Quando preparo i documenti necessari mi accorgo che il certificato medico per l’attività agonistica è scaduto da pochi giorni e penso di riuscire a rinnovarlo in fretta come al solito previo certificato di buon compenso metabolico fatto dal mio diabetologo da portare al centro medico sportivo ma mi rendo conto mio malgrado che è diventato complicatissimo da ottenere poichè oltre a questo certificato (che nel frattempo è cambiato) mi chiedono di portare una serie di cose tra cui esami relativi a emoglobina glicata, colesterolo,transaminasi, ecc e addirittura il glucometro per misurare la glicemia durante lo sforzo ????? Mi dicono anche che se ho più di 200 la prova non si puó fare e quando chiedo al dottore se posso farla con valore 70 mi dice:”si si” ????? (Preparatevi k nel 2019 ai diabetici chiederanno anche il certificato penale) [per non parlare del TUE giusto? ndr]
Comunque porto gli ultimi esami fatti in day hospital e riesco ad averlo il giorno prima di partire.
Giovedì 24 maggio parto per Lanzarote con Francesca e una decina di amici anche loro iscritti, oltre a una competizione ci faremo anche una breve vacanza.
All’arrivo la isla ci affascina con un paesaggio marziano incantevole fatto di tanti vulcani, deserti di lava interrotti da piccoli pueblos con casette bianche sferzate da un vento che non molla mai un istante.
Il venerdì, giorno che precede la gara solite operazioni di preparazione dei materiali e delle provviste alimentari per la gara, chi l’ha già fatta mi consiglia di mangiare e bere senza aspettare di sentirne la necessità per non rischiare di andare in crisi.
Io so, dopo un utile camp specifico di DNL fatto dopo IM Mallorca, [DMC TRIATHLON ottobre 2016, caxxo sono passati quasi 2 anni … ndr]  di aver bisogno di 50 g circa di carboidrati ogni 50/55 min quindi decido che mangeró un gel 50g carbo all’uscita della frazione nuoto, poi 3 fette quadrate tipo toast di pane scuro con prosciutto [altri 50 cho circa forse meno, ndr], 2 gel 50 g carbo, sali nella borraccia e 3 litri di acqua nella frazione bici, nella corsa altri 4 gel 50g carbo più qualche spicchio d’arancia e mezza banana [30 gr ca cho complessivi, ndr] oltre all’acqua dei ristori ogni 3 km.
Conosco tanti triathleti, vedo che tutti i più forti sono qui compreso l’amico Alessandro De Gasperi (che poi vincerà) e chiedendo qua e là dicono tutti la stessa cosa: “ domani sono caxxi”.
Non sono preoccupato, penso di sapere cosa mi aspetta e nella mia testa ci sono 4 parole: gestione, resilienza, imprevisti e finisher.
Dopo una cena non pesante con 80 g di pasta, pesce spada alla griglia e frutta vado a letto presto visto che saró in piedi alle 4.
Le glicemie sono stabili tendenzialmente basse ma senza ipo. Il risveglio mi da 216 e per la prima volta faccio una colazione normale senza mangiare pasta come ho fatto spesso: thè senza zucchero e 4 fette di pane con marmellata per 4 unità [diciamo 80 cho, le fette del Marelli non sono mai piccole, ndr]
Non ho ridotto la basale [allez, così si fa! E la cosa più semplice da fare quando sei in multi-iniettiva: a nostro modesto avviso!, ndr] e mi sento fiducioso anche sotto l’aspetto glicemico.
Ci dirigiamo alla partenza insieme agli altri 1800 che si daranno battaglia ed assaporo questo momento affascinante del pre gara.
Non sono teso anzi non vedo l’ora di partire, il mare è piatto, si parte tutti insieme non scaglionati in griglie per tempo previsto.
E saranno sicuro mazzate!
Alle 7 in punto suona la partenza, come pensavo nei 2 giri da 1900 metri si prendono e si danno botte che portano il primo imprevisto (orologio fermo ma non me ne frega niente, lo faccio ripartire) esco nel tempo previsto e mi incammino nella zona cambio dove nel mettere la maglia della divisa la presa della cerniera mi resta in mano ( 2º imprevisto),
Cerco qualcuno che mi aiuti visto che la maglia mi è stretta e con il freddo non riesco a chiuderla, sta di fatto che esco dalla zona cambio dopo 13 minuti. Parto in bici ed è subito salita, mi sento un po’ inchiodato con lo stomaco con dei piccoli accenni di vomito [keep calm … ndr] ma non mi spavento, bevo acqua e sono a 236 di glicemia.
So che questa frazione deciderà l’esito della mia gara ed ho previsto di farla in almeno 7 ore per non rischiare di crollare nella corsa. Il paesaggio è incredibile, non ho mai visto nulla di simile, immensi saliscendi con vulcani, mare, palme e piccoli paesetti gremiti di gente che fa il tifo.
Mantengo quasi sempre la posizione sulle appendici poichè il vento arriva da tutte le parti e non molla mai mai, tengo un rapporto medio duro in pianura e tutto agile in salita.
In un paio di discese raggiungo anche gli 80 km/h, le gambe ci sono e sorpasso molti atleti rispetto a quelli che passano me, sento comunque di non esagerare e le glicemie si assestano attorno a 90/140.
Mi fermo al ristoro km 100 nei pressi del Mirador del Rio (il simbolo dell’Isla) per mangiare ció che ho lasciato nella sacca personale prevista e cambiare l’acqua al merlo……[fare pipì, se non lo avete capito, ndr]
Al km 130 arriva l’ultima vera salita condita da un vento contro veramente terribile poi giù verso Puerto del Carmen dove correró la maratona. Chiudo la frazione bike in 6 ore e 40 minuti ma sto bene, capisco di averne ancora per lo meno a sensazione, nella bike zero imprevisti per fortuna visto le numerose forature degli altri concorrenti.
Sono davanti a tutti i miei amici e questo mi dà anche quel tantino di spirito agonistico che solitamente non fa parte dei miei pensieri anche se só che nella corsa c’è chi va più forte di me.


NellaT2 me la prendo comoda (7minuti) e parto per la maratona sul lungomare fatto di saliscendi, sole e l’immancabile vento che diventa veramente fastidioso nel primo giro dove si oltrepassa l’aeroporto.
Il percorso prevede un primo giro di 21 km ed altri 2 di 10 km. Francesca in bicicletta fa da supporter sia a me che ai miei amici intervenendo con provviste ed anche quando si impalla il mio glucometro (altro imprevisto) per darmi una striscetta reattiva delle sue.
Le glicemie sono sempre abbastanza buone ma tendono ad abbassarsi attorno a 70, fortunatamente ho il necessario per gestirle senza percepire o finire in ipoglicemia.
Ho un ritmo lento ma costante, cammino solo ad i ristori per idratarmi in ogni modo, dentro di me non ho preoccupazioni sono sereno sorrido, incito i miei compagni e batto il cinque ai bimbi che lo chiedono,so che se non succede qualcosa di strano anche la medaglia di Lanzarote me la porteró a casa.
Qualche mio compagno si avvicina e l’ultimo giro riesco a tenerli dietro visto che sono ancora primo. Arrivo al traguardo ancora con il chiaro (chi l’avrebbe mai detto a Lanzarote) . La maratona in 4 ore e mezza è secondo i programmi considerando la difficoltà ed è un emozione vedere sul display che sono sotto le 13 ore, il mio orologio si è spento al km 33 ed il tempo finale era l’ultima delle mie preoccupazioni.
Quel 12h53min è un bacio in fronte per una gara fatta di tanta fatica ma soprattutto di buona gestione e divertimento nel fare uno sport meraviglioso ed incredibile.
Se non fossi diventato diabetico [#ditipo1, ndr] probabilmente non avrei mai potuto godere di tanta felicità e chissà se a 50 anni suonati sarei con questo stato di forma fisica e mentale [leggi, mi è dovuto capitare un problema per trovare le motivazioni, le amicizie, la forza per avviarmi alla pratica sportiva di endurance: ne avrei fatto volentieri a meno, ma senza, a Lanzarote ci sarei venuto per godermi la movida … e con la salute pregiudicata da altro, altro che dal #diabeteditipo1, ndr]
Ho detto che sarebbe stato l’ultimo ma faccio fatica a crederci !!!
Alla prossima.

 

[work in progress]