

Santa Margherita di Pula, 24 ottobre 2021
Marco Marelli (type 1, Pescara) ci racconta il suo rientro nel circuito Ironman
ANYTHING IS POSSIBLE!
Ciao a tutti, eccoci qua dopo 3 lunghi anni a raccontare di nuovo finalmente una gara del circuito ironman.
L’ultima volta ho tagliato un traguardo ben più prestigioso a Lanzarote ma devo dire che ogni volta le competizioni triathlon ironman mi riempiono di soddisfazione e mi fanno divertire al 100% che siano full distance o 70.3. Gli anni passano e mi ritrovo in categoria M4 (quelli con la barba bianca) dove sono ancora in tanti veramente competitivi anche se per quanto mi riguarda non penso alle classifiche ma solo ad arrivare degnamente alla finish line. C’è da impegnarsi comunque per non fare figuracce.
L’ultima volta ho tagliato un traguardo ben più prestigioso a Lanzarote ma devo dire che ogni volta le competizioni triathlon ironman mi riempiono di soddisfazione e mi fanno divertire al 100% che siano full distance o 70.3. Gli anni passano e mi ritrovo in categoria M4 (quelli con la barba bianca) dove sono ancora in tanti veramente competitivi anche se per quanto mi riguarda non penso alle classifiche ma solo ad arrivare degnamente alla finish line. C’è da impegnarsi comunque per non fare figuracce.

Dopo 3 anni appunto il nuovo appuntamento è l’Ironman 70.3 Sardegna, il campo di gara è il Forte Village di Pula a sud ovest dell’isola, le distanze 1.9 km nuoto 90 km bici e 21 km di corsa.
Sono in un periodo dove ho la glicata innominabile peró la mattina della gara mi sveglio con 100 e decido di fare la solita colazione con thé caldo e 12 (dodici) fette biscottate con marmellata senza zuccheri aggiunti più 3 u di bolo, il tutto 2 ore e mezza prima dello start (12×8=96 cho, ndr). (Nessun cenno al profilo basale (terapia multiniettiva basal bolus, immaginiamo basale standard ?? unità??, ndr).
Ci portiamo in zona cambio dove il giorno prima ho lasciato già tutto l’occorrente, resta solo da infilare la muta e partire. Ultimo check mi dice 87 e mando giù un gel ad azione rapida (25 gr cho ??, ndr) 20 min prima della partenza. In spiaggia ci sono oltre un migliaio di atleti, non so quanti sono di preciso alcuni dicono 1500 altri 2000, siamo in tanti.
Ci sono anche i bersaglieri che suonano la fanfara e dopo il rito di battere le mani a mo di tifosi islandesi si parte con il metodo rolling start in 6 per volta ogni 5 secondi.
Scelgo la griglia con previsione 35/40 min, il mare sembra leggermente mosso ma in verità è mosso e basta, parto e raggiungere la prima boa è già un’impresa tra onde alte, boe rese invisibili dalle onde, pedate, gomitate e sorsate di acqua salata.

Dopo la prima boa si gira a destra dove la corrente ti arriva da dietro, il mare è mosso e le boe sono sempre difficili da vedere ma sono bene in mezzo al gruppo e sento di nuotare bene finalmente, percorriamo circa un km dopodiché giriamo ancora a destra per puntare il gonfiabile che significa uscita, siamo tutti talmente vicini e sballottati dalle onde che non ci accorgiamo (se non guardando successivamente l’orologio, 300 mt in meno)di aver saltato l’ultima boa.
Esco quindi con un tempone falso (28 min) circa 7 minuti prima di quanto preventivato.
Fortunatamente abbiamo sbagliato quasi tutti, insomma non ho fatto lo zanza, esco dal mare, mi tolgo la muta ed inforco la bici.
La glicemia a 172, parto per questi 90 km bike con 1100 mt di dislivello, le previsioni dicono che pioverà e spero che non succeda ora, ci sono discese tecniche che diventerebbero molto pericolose col bagnato.

Nei primi km mangio una gelatina di frutta (27 gr cho) più per togliermi la bocca salata che per integrazione, la sensazione è che le gambe girino bene, ho la bici da strada e non potrò fare velocità come con la crono (abbandonata per questioni anagrafiche) peró la mia Focus mi avantaggerà in salita: mi sono prefisso 3 ore per questa frazione con l’intenzione anche di non spingere mai troppo per non giocarmi tutte le energie che mi serviranno successivamente nella corsa.
Il percorso è bellissimo tra salite e discese continue: in salita vado sempre agile ed in discesa sfrutto la mappa del garmin per disegnare traiettorie che mi permettono di superare un bel po’ di concorrenti. La glicemia è stabile attorno a 140 ed integro ogni 30 km con 25 g carbo(quindi 2 gel, uno al 30° e uno al 60° km, ndr).
La seconda parte del percorso è tutta sulla costa dove incredibilmente non c’è vento e la vista è spettacolare tra rocce e spiagge cristalline. La pioggia sembra ormai scongiurata e posso ancora spingere forte anche in discesa.
La seconda parte del percorso è tutta sulla costa dove incredibilmente non c’è vento e la vista è spettacolare tra rocce e spiagge cristalline. La pioggia sembra ormai scongiurata e posso ancora spingere forte anche in discesa.
Poco prima dell’arrivo sono a 232 e decido di non integrare, ho ancora un paio di gel, li utilizzerò nella corsa.
Al traguardo bike arrivo in 2 ore 50 minuti, circa 10 minuti in anticipo rispetto alle mie aspettative ed ho ancora buone sensazioni, ho preparato bene la corsa nell’ultimo periodo e vorrei stare intorno ad 1 ora e 50 min nella mezza maratona, oltretutto sono praticamente 20 minuti in anticipo rispetto alla mia personale tabella di marcia e già contento di come si è messa.
Il percorso della mezza maratona è anche questo tutto un saliscendi e la pioggia arriva solo adesso fortunatamente, nella corsa non mi da alcun fastidio.
Al traguardo bike arrivo in 2 ore 50 minuti, circa 10 minuti in anticipo rispetto alle mie aspettative ed ho ancora buone sensazioni, ho preparato bene la corsa nell’ultimo periodo e vorrei stare intorno ad 1 ora e 50 min nella mezza maratona, oltretutto sono praticamente 20 minuti in anticipo rispetto alla mia personale tabella di marcia e già contento di come si è messa.
Il percorso della mezza maratona è anche questo tutto un saliscendi e la pioggia arriva solo adesso fortunatamente, nella corsa non mi da alcun fastidio.
I primi 2 km li corro a 5.20 al km come previsto ma capisco, poco dopo, di essere in ipo (71)(65) quindi butto giù un gel (25 gr di cho) e spero di arrivare prima possibile al primo ristoro.
Sono costretto a fermarmi perché capisco di essere proprio basso, bevo una lattina di coca cola (33 cho), una banana (15 cho) ed una gelatina di frutta zuccherata (fruttino zuegg = 27 gr cho).
Vorrei mi risalisse di colpo ma devo camminare per un paio di centinaia di metri prima di ripartire.
Dopo un po’ riesco a correre con continuità per circa 13 km. Poi ancora una ipo (65) e di nuovo una camminata post ristoro (integrazioni? ndr) prima di potere ricorrere gli ultimi 2 km. Chiudo la frazione corsa in 2 ore, pensavo di fare meglio ma va benissimo lo stesso.
L’arrivo è dentro il bellissimo resort di Forte Village, concludo la gara in 5 ore 35 minuti ben sotto le 6 ore che avrei sottoscritto prima del via.
Aldilà del cronometro arrivo un po’ affaticato ma non demolito fisicamente e soprattutto molto felice di aver potato a casa ancora un medaglia finisher di questo bellissimo sport partendo e finendo con un sorriso anche questa volta.
P. S. Glicemia post gara 138
Sono costretto a fermarmi perché capisco di essere proprio basso, bevo una lattina di coca cola (33 cho), una banana (15 cho) ed una gelatina di frutta zuccherata (fruttino zuegg = 27 gr cho).
Vorrei mi risalisse di colpo ma devo camminare per un paio di centinaia di metri prima di ripartire.
Dopo un po’ riesco a correre con continuità per circa 13 km. Poi ancora una ipo (65) e di nuovo una camminata post ristoro (integrazioni? ndr) prima di potere ricorrere gli ultimi 2 km. Chiudo la frazione corsa in 2 ore, pensavo di fare meglio ma va benissimo lo stesso.
L’arrivo è dentro il bellissimo resort di Forte Village, concludo la gara in 5 ore 35 minuti ben sotto le 6 ore che avrei sottoscritto prima del via.
Aldilà del cronometro arrivo un po’ affaticato ma non demolito fisicamente e soprattutto molto felice di aver potato a casa ancora un medaglia finisher di questo bellissimo sport partendo e finendo con un sorriso anche questa volta.
P. S. Glicemia post gara 138

… NDR of distinction …
a cura di Cristian Agnoli, ex presidentissimo DNL, ora semplice webmaster spompato …
Nello scusarmi con Marco per il ritardo nella pubblicazione (di questo e di altri report in arretrato) , aggiungo alcune precisazioni alle “note della redazione” di questo report per far comprendere a lettori e protagonisti dei racconti quanto sia difficile e impegnativo resocontare essendo allo stesso tempo esaustivi, interessanti e autorevoli, senza scadere nell’autoreferenzialità, nell’autocelebrazione o nel compitino per far piacere al webmaster.
E’ un attimo anche per i veterani resocontatori limitarsi a segnalare rilevazioni glicemiche e dati sulle integrazioni non sempre completi senza maturare quella consapevolezza metabolica o una strategia che non sia solo atletica, ma anche nutrizionale e mentale, che DNL predica da sempre.
Intendiamoci, avanti così e raccontarsi, raccontarsi raccontarsi … sempre, provando a migliorare anche in questo.
Perchè dove lo troviamo un 56enne con l’entusiasmo di Marco ancora capace di ispirare e spronare aspiranti o affermati triatleti, difendendendosi più che onorevolmente nell’affollatissimo e competitivissimo mondo dell’Ironman in ogni sua forma (mezzo, full e chi più ne ha più ne metta).
E’ un attimo anche per i veterani resocontatori limitarsi a segnalare rilevazioni glicemiche e dati sulle integrazioni non sempre completi senza maturare quella consapevolezza metabolica o una strategia che non sia solo atletica, ma anche nutrizionale e mentale, che DNL predica da sempre.
Intendiamoci, avanti così e raccontarsi, raccontarsi raccontarsi … sempre, provando a migliorare anche in questo.
Perchè dove lo troviamo un 56enne con l’entusiasmo di Marco ancora capace di ispirare e spronare aspiranti o affermati triatleti, difendendendosi più che onorevolmente nell’affollatissimo e competitivissimo mondo dell’Ironman in ogni sua forma (mezzo, full e chi più ne ha più ne metta).
Cosa ci resta dunque del racconto di Marco? La perseveranza, la positività, la capacità di gestire le energie e una buona dose di esperienza soprattutto nel nuoto e in sella alla sua bici, sia essa una specialissima da crono o una Focus da strada in carbonio.
A piedi, sappiamo Marco, deve sempre giocare sulla difensiva e per performare bene si deve sbattere un bel po’ in allenamento, ginocchia permettendo.
La sua medaglia dunque la deve conservare con orgoglio e noi tutti gli siamo riconoscenti per il suo stile, scanzonato ma determinato, nel portare a termine un obiettivo. Marco fa apparire tutto facile, ma si fa un cxxo tanto a tutte le ore del giorno. Lui è uno che per lavoro gira mezza Italia da nord a sud dal lunedì al venerdì.
Ribadendo che ha portato a termine una prova più che onorevole, che molti sedicenti triathleti se la sognano, evidenziamo come sia riuscito a farlo finendo per ben due volte in ipoglicemia nella frazione di corsa. Sono cose che capitano, certo, ma che non sono inevitabili: se capitano bisogna saperle affrontare ovviamente, ma è sempre meglio prevenirle.
Secondo me, e glielo scrivo con affetto, in questa occasione, anche Marco è caduto nella trappola di pensare nella transizione bici corsa: “Ho 232, non integro” … e taac … dopo qualche decina di minuti è arrivata la prima di due ipo, con ben 100 gr di carboidrati assunti per rimediarvi (oltre a qualche minuto di camminata) e la seconda con almeno altri 25 gr di cho (visto che gli era rimasto un solo gel, ma immagino al ristoro abbia fatto incetta di zuccheri …).
Da una stima approssimativa il nostro Marco, nei 335 minuti di impegno per il suo mezzo Ironman, ha assunto 25 grammi di cho nella frazione di nuoto, 75 gr di cho nella frazione in bici e almeno 125 gr di cho nella frazione a piedi. Al netto di errori e lacune nella comunicazione/supposizione sulle integrazioni possiamo salomonicamente stabilire un totale di 250 gr di carboidrati (aggiungendone 25 in eccesso a quanto evinto) pari a una integrazione pro ora mediamente di 50 gr, con un picco per la frazione di corsa di 75 gr cho pro ora.
Storicamente sappiamo il nostro Marco essere un assimilatore seriale di carboidrati (non solo in gara: basta pensare alle dodici fette biscottate assunte a colazione!!!!), dunque il suo metabolismo, la sua composizione corporea e la sua terapia insulinica basale gli consentono (o lo costringono) ad assumere quantità di carboidrati abbastanza importanti, nel range più alto delle quantità suggerite agli atleti di performance nell’endurance, siano essi affetti o meno da diabete di tipo 1.
Ciò detto, e ripeto, al netto di 30 o 40 grammi di carboidrati in più o in meno, dove voglio arrivare senza dilungarmi troppo e forse senza nemmeno tutta la chiarezza di questo mondo?
A questo: se il nostro Marco invece che basarsi solo sui valori glicemici (puntuali o di tendenza del sensore) e sulle sensazioni, avesse anche preso in considerazione il suo storico delle integrazioni in attività sportiva (e sarebbe bastato quello delle 3 ore e 30 precedenti di gara, non parlo di un database di 10 anni di gare … che comunque avrebbe potuto elaborare sfruttando l’archivio storico DNL … si sappia eh!..) probabilmente avrebbe concluso la prova senza finire in ipo, forse impiegandoci 5 minuti in meno, sicuramente ugualmente felice o forse più, meno affaticato ancora e più consapevole dei propri mezzi … che, e questo vale per tutti, sono limitati ma vanno continuamente stimolati e messi alla prova.
Marco, continua a raccontarti raccontarti e raccontarti e ogni tanto rileggiti un redazionale del tuo affezionato webmaster ex presidentissimo Cristian che quando avrà 56 anni spera di saper menare almeno come te. Bacioni!
A piedi, sappiamo Marco, deve sempre giocare sulla difensiva e per performare bene si deve sbattere un bel po’ in allenamento, ginocchia permettendo.
La sua medaglia dunque la deve conservare con orgoglio e noi tutti gli siamo riconoscenti per il suo stile, scanzonato ma determinato, nel portare a termine un obiettivo. Marco fa apparire tutto facile, ma si fa un cxxo tanto a tutte le ore del giorno. Lui è uno che per lavoro gira mezza Italia da nord a sud dal lunedì al venerdì.
Ribadendo che ha portato a termine una prova più che onorevole, che molti sedicenti triathleti se la sognano, evidenziamo come sia riuscito a farlo finendo per ben due volte in ipoglicemia nella frazione di corsa. Sono cose che capitano, certo, ma che non sono inevitabili: se capitano bisogna saperle affrontare ovviamente, ma è sempre meglio prevenirle.
Secondo me, e glielo scrivo con affetto, in questa occasione, anche Marco è caduto nella trappola di pensare nella transizione bici corsa: “Ho 232, non integro” … e taac … dopo qualche decina di minuti è arrivata la prima di due ipo, con ben 100 gr di carboidrati assunti per rimediarvi (oltre a qualche minuto di camminata) e la seconda con almeno altri 25 gr di cho (visto che gli era rimasto un solo gel, ma immagino al ristoro abbia fatto incetta di zuccheri …).
Da una stima approssimativa il nostro Marco, nei 335 minuti di impegno per il suo mezzo Ironman, ha assunto 25 grammi di cho nella frazione di nuoto, 75 gr di cho nella frazione in bici e almeno 125 gr di cho nella frazione a piedi. Al netto di errori e lacune nella comunicazione/supposizione sulle integrazioni possiamo salomonicamente stabilire un totale di 250 gr di carboidrati (aggiungendone 25 in eccesso a quanto evinto) pari a una integrazione pro ora mediamente di 50 gr, con un picco per la frazione di corsa di 75 gr cho pro ora.
Storicamente sappiamo il nostro Marco essere un assimilatore seriale di carboidrati (non solo in gara: basta pensare alle dodici fette biscottate assunte a colazione!!!!), dunque il suo metabolismo, la sua composizione corporea e la sua terapia insulinica basale gli consentono (o lo costringono) ad assumere quantità di carboidrati abbastanza importanti, nel range più alto delle quantità suggerite agli atleti di performance nell’endurance, siano essi affetti o meno da diabete di tipo 1.
Ciò detto, e ripeto, al netto di 30 o 40 grammi di carboidrati in più o in meno, dove voglio arrivare senza dilungarmi troppo e forse senza nemmeno tutta la chiarezza di questo mondo?
A questo: se il nostro Marco invece che basarsi solo sui valori glicemici (puntuali o di tendenza del sensore) e sulle sensazioni, avesse anche preso in considerazione il suo storico delle integrazioni in attività sportiva (e sarebbe bastato quello delle 3 ore e 30 precedenti di gara, non parlo di un database di 10 anni di gare … che comunque avrebbe potuto elaborare sfruttando l’archivio storico DNL … si sappia eh!..) probabilmente avrebbe concluso la prova senza finire in ipo, forse impiegandoci 5 minuti in meno, sicuramente ugualmente felice o forse più, meno affaticato ancora e più consapevole dei propri mezzi … che, e questo vale per tutti, sono limitati ma vanno continuamente stimolati e messi alla prova.
Marco, continua a raccontarti raccontarti e raccontarti e ogni tanto rileggiti un redazionale del tuo affezionato webmaster ex presidentissimo Cristian che quando avrà 56 anni spera di saper menare almeno come te. Bacioni!
ANYTHING IS POSSIBLE!
