DNL@BvGTRAIL2016 - Salò>Limone (BS) | 9 Aprile 2016

DocReview CristianBVG

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Doc Andrea Benso

Commento (poco) autorevole a Cristian@BVGTrail
by DNL-Doc Benso.
MD, PhD SCDU Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo # Dipartimento di Scienze Mediche Università degli Studi di Torino AOU Città della Salute e della Scienza di Torino

Nella Letteratura Scientifica non esistono linee guida valide e affidabili su sport e diabete tipo 1. Si possono altresì trovare alcune generiche raccomandazioni sulla gestione della glicemia in corso di attività fisica in soggetti con diabete tipo 1 che, tuttavia, si limitano generalmente alla strategia abbastanza semplicistica del “ridurre la posologia insulinica e aumentare la quantità di CHO”. Tali raccomandazioni, peraltro, partono dal presupposto che l’esercizio sia di durata relativamente breve (fino a 60 minuti) e di intensità moderata e costante. Solo episodici sono i resoconti relativi all’andamento glicemico, alla gestione della terapia insulinica e della integrazione di CHO in soggetti diabetici tipo 1 durante attività di endurance/ultra-endurance.
Pertanto la condivisione della propria esperienza, quando basata su un diario atletico-metabolico dettagliato ed affidabile, diventa di estrema utilità per ottimizzare il proprio personale approccio alle attività di endurance.

Di seguito il mio personale commento al report di Cristian@BVGTrail (di cui si consiglia la lettura per meglio comprendere la mia review)

Atleticamente:
La prova è indiscutibilmente di livello: 74 km con 4300 m d+ in 10 ore e 53 minuti.
Sottolineo in particolare:
– l’importanza della “buona preparazione di base”, che anzi definirei quantomeno MOLTO buona. Questo aspetto, unitamente a una strategia di gara ragionata, ha permesso a Cristian di arrivare al traguardo in ottime condizioni e mentalmente lucido (posso testimoniarlo in prima persona). Personalmente ritengo che arrivare “sani” alla fine di una prova del genere sia un valore aggiunto, visto che ognuno di noi, “esimi ed ennesimi”, dovrebbe correre/pedalare/nuotare prima di tutto per divertirsi;
– l’importanza di non fare MAI modifiche “last minute” (riguardo abbigliamento, tipo di integratori, etc) al fine di ridurre al minimo le variabili che possono impattare negativamente sulla performance atletica, pur mantenendo un certo grado di flessibilità che permetta di essere pronti a gestire, anche mentalmente, eventuali imprevisti. E’ per me significativo che i problemi che Cristian ha avuto non siano stati legati a ipo/iperglicemie ma al senso di costrizione sulla cassa toracica che gli dava la modifica (non testata) fatta allo zaino!

Metabolicamente:
Il book metabolico è dettagliato, preciso e completo.
Schermata 2016-05-08 alle 10.10.47Dieci rilevazioni glicemiche (comprese quella alla partenza e all’arrivo) in 10 ore e 53 minuti (meno di 1 rilevazione all’ora) di corsa in montagna sono un numero ragionevole e sufficiente (come ripetuto più volte a TUCMA 2016 non bisogna essere ossessionati dal monitoraggio della glicemia) ma presuppongono un’ottima conoscenza del proprio corpo e della propria personale risposta metabolica all’esercizio.
Il profilo glicemico nel corso della gara è pressoché perfetto, soprattutto se si considera l’assenza di ipoglicemie e la variabilità glicemica estremamente contenuta. Non dimentichiamo mai, infatti, che si tratta di una prova di ultra-endurance con sequenze e variazioni di ritmo e intensità continue con consumi energetici nettamente aumentati e, dunque, necessità di integrazioni adeguate. Conseguentemente è da sottolineare l’importanza di prendere in considerazione una maggior insulinizzazione (e non di una riduzione a priori della posologia insulinica come suggerito dalle “raccomandazioni ufficiali”). Prova ne è appunto l’andamento glicemico di Cristian nel corso della gara.
L’assetto glicemico nel pre-gara è complessivamente buono. Tuttavia, con il senno di poi, nonostante una corretta conta dei carboidrati a colazione, forse sarebbe stato meglio partire con un valore glicemico un po’ più basso (1-2 UI in più di insulina?). Non dimentichiamo che l’attivazione adrenergica (vale a dire la “scarica di adrenalina”) che si ha il giorno della gara è difficilmente replicabile in allenamento ma bisogna tenerne conto perchè contribuisce di sicuro ad aumentare ulteriormente la glicemia.
Il picco iperglicemico (329 mg/dl) nella primissima parte della corsa, in corrispondenza della prima salita (500 m d+), può essere interpretata effettivamente come dovuta a una insulinizzazione non sufficiente, a fronte di una corretta integrazione nell’immediato pre-gara, necessaria e adeguata in relazione all’impegno atletico previsto.
L’integrazione energetica effettuata da Cristian nel corso della gara è stata ben distribuita ed armonica e non ha mai richiesto la somministrazione di boli di insulina rapida. E’ interessante notare (ma non così scontato da interpretare) come l’integrazione di CHO di Cristian sia stata largamente inferiore (187 g complessivi, 17 g/ora) rispetto a quanto generalmente raccomandato per l’attività di endurance (30-60 g/ora; Burke et al., Carbohydrates for training and competition. J Sports Sci 2011;29:S17-27). Già DNL-Doc Sudano aveva segnalato come in occasione dell’UTMB2013 Cristian avesse consumato meno CHO (0.5 g/kg/ora) rispetto alle raccomandazioni ufficiali (1.0 g/kg/ora). Dal momento che il consumo di glucosio nelle attività prolungate è funzione del grado di preparazione (vedi Lectio Magistralis di DNL-Doc Sudano, TUCMA2016), allora questo dato conferma ulteriormente l’ottima preparazione atletica di Cristian. Ricordarsi quindi che, in base alla preparazione atletica di quel momento, la necessità di integrazione di CHO potrà essere diversa a parità di attività svolta.
Nel complesso anche la gestione metabolica nel post-gara è da ritenersi corretta. Se anche qui si potrebbe discutere circa l’opportunità di una maggiore insulinizzazione, bisogna tuttavia considerare la più che comprensibile difficoltà, dopo tanti km, a mantenere la mente e l’intenzione sul “buon compenso”.

Sottolineo in particolare:
– l’integrazione energetica deve essere programmata ed effettuata sulla base delle esigenze atletiche, la dose di insulina deve essere decisa di conseguenza. Non il contrario.
– nonostante l’idea di Cristian di “avere più insulina a bordo”, la seconda dose di basale è stata ridotta del 40% (4 UI vs 7 UI abituali), direi però in modo adeguato visto l’andamento glicemico successivo. Ricordiamo peraltro che Cristian utilizza uno schema insulinico di basalizzazione con detemir (2 volte al giorno). E’ probabile che analoghi aggiustamenti della posologia insulinica basale possano valere anche per chi utilizza glargine o degludec. Da tenere però in considerazione la diversa durata di azione di queste due molecole (in particolare più prolungata per degludec) e, conseguentemente, l’eventuale opportunità di una diversa tempistica di adeguamento della posologia.
– la strategia adottata da Cristian è stata possibile grazie a quanto da lui “verificato in allenamento”.

In conclusione, anche questa esperienza al BVGTrial supporta il “DNL pensiero” che atleti con diabete tipo 1 possano prendere parte a competizioni di elevato livello atletico con successo e in sicurezza. L’importanza di conoscere e comprendere le proprie personali risposte metaboliche alla diversa tipologia, frequenza e intensità di pratica sportiva svolta sono tuttavia essenziali al fine di ottimizzare la strategia di gestione atletica e metabolica, in particolare in occasione di gare e attività di endurance.

Buoni km a tutti.
DNL-Doc Andrea Benso