APPS & DOWNS - Quattro giorni sui pedali da Verona ad Arezzo 1-4 novembre 2016

Stats & Book

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Diario Metabolico giorno per giorno

Metabolicamente & Sconclusionatamente

Si tratta di prova breve, solo 4 giorni, e forse solo la seconda e la terza tappa significative dal punto di vista del chilometraggio.
Atleticamente mediamente probante per chi come me viene da 2 mesi di scarico pedalando al massimo per 40 km di fila una o due volte la settimana.

Nel godermi i paesaggi, sono riuscito a sperimentare e/o riverificare alcune situazioni “metaboliche” e a trarre alcune (s)conclusioni.
Situazioni e sconclusioni che elenco disordinatamente qui di seguito, ma che vi potete tranquillamente evitare limitandovi ad analizzare i dati del diario e quelli riepilogativi (e non farvi condizionare dai miei commenti):

  • pedalare mattino-sera con terapia basale standard ai miei massimi storici. Il forzato mantenimento del profilo basale di 24 ui è stato forse eccessivo (ma non “letale”)  in previsione di 4 giorni di allenamento regolare, continuo e di lunga durata per più giorni consecutivi talvolta con dislivelli importanti.
  • Pedalare con regolarità e continuità a cardiofrequenzimentro acceso a registrare lo sforzo e monitorando la glicemia con il sistema flash Lybre in continuo (confidando nella affidabilità)
  • Anche con una terapia insulinica aggressiva (basale generosa, bolo prima di partire, boli post attività adeguati, e comunque da 43a 50 e più unità di insulina al giorno) non ho dovuto assumere quantità abnormi di cho per mantenere il compenso metabolico, con una media di 0,55 pro kg pro ora, del tutto simile ai valori riscontrati in ambito ultratrail e anche da altri atleti con diabete al recente camp di triahlon (ovvero 0,6). Pur provandoci, non sono riuscito,  considerando anche la colazione, ad arrivare al famigerato livello, necessario a massimizzare la performance, di 1 gr di cho per kg di peso per ora, ovvero nel mio caso fino a 70 gr di carboidrati (anche se l’obiettivo di questo viaggio non era la prestazionalità).
  • In fase pratica sportiva ho un livello di attenzione, concentrazione e ragionamento superiore ad ogni altra fase del mio quotidiano … quindi ottengo compenso che se amplificato acca24 mi darebbe “glicate” da normoglicemico. Dunque il pregio dell’attività fisica non è tanto nel benessere e nell’abbassare la glicemia (quando, se e come accade) ma nell’attenzionarci ai meccanismi energetici e agli adattamenti terapeutici che hanno come conseguenza nel 99% dei casi una migliore gestione (più consapevole, pragmatica e senza panico), sempre senza ambire alla perfezione e soprattutto alla guarigione  (che arriverà, tra non meno di una generazione, dalla ricerca e dall’evoluzione medico-scientifica).
  • Nel pomeriggio, a fronte di pedalata continuativa di più ore sin dal mattino ( o per lo meno da metà mattino) ho dovuto integrare più di quanto io fossi abituato a fare (o avrei pensato di fare), e in un paio di occasioni mi sono fatto sorprendere da lievi ipo che non mi aspettavo. E’ stata solo una mia mancanza nel valutare i dosaggi e soprattutto il timing delle integrazioni (nonostante il free style in tasca … e tanta esperienza)
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Specchietto riepilogativo dati metabolici e atletici

 

  • Pur in presenza di ritmi da me considerati moderati (e confermati dalle frequenze cardiache medie) e di integrazioni non spropositate, ho avuto consumi energetici inferiori a quelli necessari per massimizzare la performance, ma superiori a quelli assimilabili ad uno sforzo “lipidico” (era un cicloviaggio …)  Ciò è a mio avviso imputabile al combinato disposto di a) sovrabasalizzazione b) preparazione atletica non ottimizzata al gesto atletico della pedalata c) profili altimetrici significativi e bici con bagaglio al seguito (= peso)
  • Nelle fasi immediatamente successive alla fine di una performance atletica di endurance ho assunto un mix equilibrato di cho e proteine (R1 o altri beveroni simili). La copertura dell’integrazione post-exercise con bolo va valutata con attenzione in base a “sforzo profuso”, “terapia e basalizzazione in corso”, “cho assunti”.
  • non ho mai verificato episodi ipoglicemici nella prima parte della giornata, anche con coda di bolo insulinico a colazione o prima di iniziare a pedalare. Anzi, casomai picco legato alla risposta glicemica della colazione.
  • Il consumo di pasti importanti a cena, necessari dopo aver pedalato dalle 8 alle 10 ore e più, mi fa adottare sistematicamente la strategia del “bolo combo” ovvero dello spezzare il bolo in almeno due “rate” per coprire il totale dei cho assunti e le variabili metaboliche di proteine e grassi (quasi sempre presenti in eccesso quando si mangia al ristorante). Inoltre, anche il più bravo “calcolatore di cho del mondo” difficilmente può prevedere prima del pasto quanto mangerà (perchè la fame è una brutta bestia …. ) e dunque dopo aver riconteggiato e riconsiderato tutto quanto introitato potrà, con la seconda iniezione, meglio dosare il bolo prandiale.
  • In 11 anni di diabete e 10 di conta dei carboidrati non ho ancora capito come gestire il bolo delle “patatine fritte” … che consumo due/tre volte all’anno. Dunque non è una priorità ma solo una curiosità.
  • Aumentare le integrazioni e adeguare la terapia ha senso se serve per “massimizzare la performance”, ma non se il nostro obiettivo è portare a termine un’ ”uscita lenta o lentissima”. Se le integrazioni pro ora necessarie per un’uscita blanda sono eccessive o durante la stessa avvertiamo tendenze ipo glicemiche, può significare più cose: a) che non siamo sufficientemente allenati e dunque quella che noi avvertiamo come blanda attività in realtà non lo è (perchè ci sopravvalutiamo oppure perchè non accettiamo o accertiamo il nostro valore atletico del momento … anche uno forte se non si allena scade sia atleticamente, sia in efficienza metabolica, sia in sensibilità all’insulina; b) scarso adeguamento muscolare e scarsa abitudine alla tipologia di esercizio fisico che stiamo affrontando (a parità di intensità magari siamo più efficienti in una disciplina rispetto ad un’altra, o all’uso di particolare distretti muscolari rispetto ad altri c) la terapia insulinica non è ottimizzata in termini di dosaggio/tipologia di basalizzazione, timing del bolo/correzione, dosaggio del bolo/correzione.
  • Questo “superpistolottometabolico” e questa “Apps&Downs” segnano per me la fine di un’epoca … ovvero l’ultima “esperienza narrativa e sportiva” in terapia Detemir (Levemir) … dalla prossima settimana, darò attuazione al nuovo piano terapeutico con la basale “Degludec”.
  • I diabetici mi hanno rotto il caxxo!